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Il tempo perduto, il tempo ritrovato
Alfonso Marchioni è novelliere locale, dalla sua penna prendono vita le vicende della gente che come lui ha vissuto dalla nascita in un territorio di confine tra tre regioni e che un tempo addirittura divideva due stati: quello Pontificio dal Lombardo – Veneto. La vita di questo piccolo borgo ruotava attorno alla costruzione della scuola elementare, luogo di cultura e ricostruzione, quello stesso edificio che due secoli prima era adibito a posto di guardia, la Dogana appunto. Ciascuno delle 90 storie, nelle quasi 300 pagine del libro Racconti in Dogana, risponde alla necessità profonda e imprescindibile dell’autore “di guardarmi alle spalle, di ripensare spesso a quel che sono stato, per ricordare con affettuoso trasporto i miei anni verdi… ricordi che generano sovente una acuta nostalgia per un tempo già felice, sereno e sgombro di nubi come un caldo mattino di primavera”. Quello che ne esce è un libro che è un “mondo fatto di mondi, perché in esso confluiscono i fiumi di tutte le umanità, di tutte le emozioni, di tutti i pensieri; in esso convergono popoli e vicende, destini, accadimenti”. Al lettore non rimane che scorgere “l’incantevole alchimia che distilla, il prezioso scalpello che lo modella in mille forme che lo seducono e lo affascinano, quando l’autore dipana il filo invisibile che li lega complice”. Marchioni racconta di sé, soprattutto della sua vita trascorsa in questi luoghi, ricchi di piccole grandi storie di uomini e di donne, dove la nostalgia, arricchita da sottile ironia, dipinge un mondo denso di umanità e genuino di sentimenti.
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